martedì 24 aprile 2007

I quadri alle pareti

Alle pareti di ogni casa sono esposti dei quadri. Essi parlano tanto precisamente di noi che a volte stupisce, entrando in signorili abitazioni, vedere appesi a quelle opere di poco valore; oggetti senza storia, messi lì senza cura a ricoprire un vuoto, ad arredarlo, e che invece solo finiscono per mostrare tutto il vuoto di chi li ha scelti.
Ed è strano questo atteggiamento - peraltro assai diffuso - verso un oggetto, il quadro d'arte, assai indicativo della cultura, della personalità, dell'humus vorrei dire, di chi quelle stanze abita.
Mentre per gli altri oggetti d'arredamento si è disposti a spendere tempo e attenzioni, verso questo, così rappresentativo di noi, ben poco siamo propensi e disposti a concedere.

Non occorrono cifre esorbitanti per possedere una buona opera d'arte. La bellezza di un quadro, la sua "personalità", non è sempre data dal valore di mercato. A volte esse coincidono, a volte no: le due strade, dell'estetica e del mercato, si sono ancora più allontanate, seguendo, ognuna, strategie e percorsi diversi. Così in queste mie stanze appenderò alle pareti un dipinto di Wassily Kandinsky, ritenuto il primo autore di arte astratta, la cui opera inizia la più grande rivoluzione nella storia della pittura occidentale, al cui paragone ogni altro momento, o movimento, del passato o del presente, deve cedere il passo e lo scettro.
Arturo Lini