domenica 18 dicembre 2022

 LA VERSILIA DEGLI ANNI RUGGENTI:  I LOCALI DA BALLO

E alla notte quando già gli ombrelloni sono chiusi e le luci degli stabilimenti balneari spente, e i ristoranti già pensano al menù del domani, esplodeva la vita notturna versiliese, fatta di ritrovi, sale da ballo, discoteche che hanno contrassegnato non solo la storia dello spettacolo ma anche quella della musica leggera in Italia. La Bussola, aperta da Sergio Bernardini nel 1955 sul lungomare di Marina di Pietrasanta, presso la località Le Focette è stata, insieme alla Capannina di Franceschi a Forte dei Marmi, uno dei locali più popolari della Versilia. Inaugurata da un concerto di Renato Carosone innumerevoli gli artisti, italiani e stranieri, che si sono succeduti sul suo palco, che quasi diventa impossibile ricordarli e nominarli tutti. A titolo esemplificativo cito i nomi dei cantanti, presi da un manifesto dell'epoca, che andarono in scena in una normale settimana di programmazione, dal 3 al 10 agosto 1975: Mia Martini, Patty Pravo, Franco Califano, Ornella Vannoni, Renato Carosone e infine domenica 10 agosto Fabrizio De Andrè. Una citazione a parte per Mina, che tenne una serie di concerti tra il 1962 e il 1978, memorabili se ancora oggi digitando il suo nome sulla piattaforma You Tube apparirà un suo live dalla Bussola del 1972, aperto, nella sua inconfondibile voce, da un'indimenticata canzone di Battisti e Mogol: Io vivrò, senza te …

E ancora più sostanziosa la presenza di artisti internazionali: da Aretha Franklin a Ray Charles, da Ella Fitzgerald a Miles Davis, da Louis Armstrong a Shirley Bassey, da Charles  Aznavour a Gloria Gaynor. E poi Joséphine Baker, Tom Jones, Wilson Pickett, Duke Ellington, Chet Baker, João Gilberto, e altri che quasi sembra di sfogliare un Bignami della musica leggera internazionale.

Fra le varie iniziative che Sergio Bernardini operò nel tempo, ridefinizione del locale e del suo ambito, ristrutturazioni, aperture di spazi collaterali, ricordiamo Bussoladomani, uno spazio più grande, situato vicino alla stessa Bussola, nella frazione di Lido di Camaiore. Aperto nel 1976 aveva una programmazione solo estiva ed era costituito da una tendostruttura. Era stato progettato per concerti aperti a un pubblico più numeroso, seguendo l'evoluzione del tempo dove l'esigenza di ospitare platee più vaste, con costi più contenuti, si univa a una maggiore mobilità nella scia di quelle vacanze di massa che richiamavano un pubblico sempre più numeroso e gli eventi musicali riuscivano a radunare migliaia di spettatori. Anche qui l'elenco degli artisti è impressionante: Joe Cocker, Frank Zappa, Gilbert Bécaud, Barry White, Liza Minnelli, Renato Zero, James Brown, Dionne Warwick, Adriano Celentano e tanti altri tra i quali, naturalmente, Mina che su quel palco tenne l'ultimo suo concerto dal vivo: era il 23 agosto 1978. Bussoladomani successivamente fu chiusa, nel volgere dei tempi e degli eventi, e il tendone demolito nel 2000.

E insieme alla Bussola ricordiamo La Capannina di Franceschi a Forte Dei Marmi, nata nel 1929 per iniziativa di Achille Franceschi che trasformò un vecchio capanno sulla spiaggia in locale con servizio di bevande e pasticcini, e dotandolo di tavolini sui quali gli avventori si intrattenevano, spesso seguendo la moda del tempo di giocare a carte, con un grammofono a manovella ad allietare l'atmosfera. Il locale riscosse un immediato successo iniziando così la sua trionfale marcia, insieme a quella di Forte dei Marmi, imponendosi come meta turistica prestigiosa ed elitaria.

Nel luglio 1965 sul lungomare di Viareggio a confine con il territorio di Lido di Camaiore apre, come succursale di quello più noto e già famoso di Roma, il Piper. Sorge sulla chiusura del Caprice, altro locale da ballo del quale occupa perimetri e struttura. Lo spirito che apre quei battenti è però diverso, già risponde al clima, ai venti che tra poco avrebbero scosso la nostra società. L'inaugurazione segue una spettacolare cerimonia: un po' prima dell' apertura fissata per le ore 21, musicisti, ballerini, occasionali spettatori, si danno appuntamento in darsena davanti al Galeone Santa Monica e da lì con in testa la banda del Carnevale di Viareggio si incamminano in corteo verso il Piper, che quella sera stessa, nel caleidoscopico show di personaggi che fecero da padrini all'apertura, presenta una giovanissima e talentuosa ragazza che si imponeva, anche se allora sconosciuta, per la sua personalità canora: Patty Pravo.

La storia di quel primo Piper si è poi svolta attraverso chiusure e riaperture, mutamenti di rotta, sempre però mantenendo una propria linea d'avanguardia, e proponendo, in particolar modo nei primi anni Settanta, quanto di meglio non solo in Italia la musica contemporanea, nelle sue diverse anime, proponeva. Sfogliando sempre tra i manifesti dell'epoca ne apro ora uno che si riferisce al programma dell'estate 1972 del Piper, nel frattempo diventato Piper 2000: Banco Mutuo Soccorso, Osanna, Adriano Pappalardo, New Trolls, Trips, Premiata Forneria Marconi, Rory Gallagher, Brian Auger, Audience, Amazing Blondel, Mike Patto, Atomic Rooster, Van Der Graaf Generator, e infine il 20 agosto i Genesis. Ricordando quello poco prima proposto, di una comune settimana dell'agosto 1975 alla Bussola di Bernardini, e sommando il numero e l'eccezionalità degli artisti in concerto nei due locali, abbiamo un'idea di come Viareggio, e la Versilia, fossero allora a pieno titolo, la capitale incontrastata di vacanze e divertimento.

Anche il Galeone Santa Monica, ora menzionato, partecipava di quel clima internazionale che si respirava a Viareggio e nei suoi paraggi. Costruito nel 1920 come barcobestia, veliero tipico viareggino, poi trasformato in galeone spagnolo per adattarlo a una pellicola cinematografica, uso che fu più volte riproposto anche negli anni successivi, per essere infine adibito a bar discoteca nel 1961. Posava nella quiete del moletto della darsena, invitante e ugualmente appartato, finchè nel 1979 la Capitaneria di Porto di Viareggio decise di smantellarlo. Operazione facilitata da un incendio che lo distrusse completamente.

E poi la Capannina del Marco Polo, dove nel 1948 nacque il Festival della Canzone Italiana, da un'idea di Aldo Valleroni. Riproposto l'anno successivo fu poi interrotto nel 1950 a causa di problemi economici. Emigrò in Liguria dove nel 1951 si affermò come Festival di Sanremo. La prima edizione viareggina, fu vinta da Serenata al primo amore di Pino Moschini; la seconda, l'anno seguente, vide il successo de Il topo di campagna di Narciso Parigi.
Con il suo aspetto di bella epoque, posata all'inizio della pineta di ponente, venne distrutta da un incendio alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, fatto che non scoraggiò il suo patron Filippo Lumbrici dal volerla e disegnarla ancora in quel suo stile particolare, nell'essere ugualmente incontro tra spazio popolare ed elitario: una nobile signora che riposa nel fresco della pineta.

E il Gabbiano di Paolo Paoli, uomo eclettico nelle sue diverse personalità e iniziative, che si trovava sul lungomare in Darsena, al limite delle luci e ombre con le sue ballerine, i suoi spettacoli, la sua vita notturna che spesso si protraeva fino all'alba quando alla fine dei tanti sogni della notte non rimaneva che una passeggiata nel sapore di quell'aria marina così fresca e salutare nel riportare il corpo e la mente alla realtà del giorno e dei suoi orari.

E vicino al Piper, ma dall'altra parte della Fosse dell'Abate, e quindi a Lido di Camaiore, all'inizio del suo lungomare si trovava il Cavalluccio Marino di Fabio Cerri, uno stabilimento balneare con l'omonima discoteca che il fine settimana diventava per i giovani imprescindibile luogo di ritrovo, di incontro, dove darsi appuntamento. Si caratterizzava per quel tetto della sala che alla sera, tempo permettendo, si apriva sul cielo luminoso e lontano. Fino alla fine degli anni Ottanta, quando la discoteca chiuse.

Oppure l'Hop Frog, aperto a Viareggio alla fine degli anni Sessanta come discoteca alternativa, frequentata dai più giovani e poi, sotto l'egida dell’Arci Regionale diventato uno dei punti di ritrovo per diverse attività culturali: cabaret, canzoni della tradizione popolare, teatro e cinema, costituendo un importante punto di riferimento di progetti alternativi, spesso vissuti come punto di incontro, di contaminazione, tra culture e soggetti diversi. Su quel palco hanno mosso i primi passi tanti protagonisti di quella comicità toscana, e non solo, poi divenuta fenomeno di fama nazionale. E basta il nome di Roberto Benigni, che qui sbarcava con la sua 500, per dare idea e testimonianza dell'importanza di questo locale.

E anche se non era principalmente una discoteca vorrei ricordare, tra le altre sorte all'ombra di quelle colline che sono metro e perimetro della nostra memoria e della nostra penna, un locale che oltre a occupare un posto nel cuore e nella storia dello spettacolo versiliese per le sue proposte di musica alternativa è stato anche ribalta di grandi nomi del jazz, blues, negli anni 90, tra i quali ricordo un suggestivo incontro con Pino Daniele. Oltre a tessere una solida trama nella vita culturale versiliese, proponendone attori e protagonisti: da Vittorio Foa a Arrigo Lora Totino, fino a Nanni Balestrini, il grande poeta e scrittore che qui venne a parlare di poesia nel maggio del 2005.


Nell'entroterra invece primeggiava il Gancino di Stiava di Mauro Lazzarini, altro locale storico della Versilia, con la sua pista da ballo, dove seguivano poi gli spettacoli delle ore piccole. Sulla sua pedana tanti cantanti e personaggi dello spettacolo. Tra questi Luciano Tajoli e Claudio Villa, Tony Dallara, Gianni Morandi e Rita Pavone, Nicola Arigliano, Miranda Martino, Little Tony. Nel 1959 ospitò le scene di un film interpretato da Paul Muller, Claudio Villa, Valeria Fabrizzi, dal titolo “Un canto nel deserto” per la regia di Mario Girolami. Ancora nel 1963 un film a episodi con Tony Renis e Walter Chiari “Obbiettivo ragazze” diretto da Mario Mattioli. Ricordo che nel 1968 chiamato alle armi, come allora era obbligo, mi presentai al CAR di Fano per iniziare il mio percorso da militare, nella camerata che mi era stata assegnata trovai altre reclute come me toscane. Quando dissi che venivo da Stiava vidi che proprio il nome del paese gli era sconosciuto, finché mi sortì il nome del Gancino e subito la mia casa prese una dimora geografica, tanta era la fama del locale nella nostra regione.

Più tardi nel tempo, rimanendo sempre nell'entroterra viareggino, negli anni Settanta, a Piano del Quercione, vicino Massarosa venne aperto lo Zoo Parco. Un locale caratteristico, particolare: una discoteca, con un'ampia piscina all'esterno. Poi il Kiss di Piano di Mommio, il Linus a Ponte di Sasso, con i loro ospiti che proseguivano e riproponevano la centralità della Versilia quale luogo dorato e vacanziero. E sulle colline che lo sovrastavano si alza il Meto, uno dei primi night club della Versilia, proprio a metà strada tra Mommio e Corsanico, costruito subito oltre una piazzola meta di tanti innamorati con la sua indimenticabile vista sulla Versilia. 

Tratto da "Per stare bene bastava un gettone in tasca", a cura di Renzo Remedi,  testi di Arturo Lini, Grafiche Ancora, Viareggio 2022